Chi sviluppa deve sempre tener conto di tanti aspetti legati alla sicurezza, disponibilità e affidabilità delle applicazioni che egli stesso realizza e distribuisce.

Se da un lato è vero che oggi grazie a Docker e Kubernetes si può sviluppare qualsiasi cosa e ottenere un’applicazione veloce e scalabile pronta a essere utilizzata da un’ampia audience, è anche vero che questo richiede un notevole costo di analisi e di preparazione iniziale, a cui si aggiunge l’impegno per la manutenzione e il monitoraggio.

Quando il progetto ha dei tempi ridotti oppure non si vuole avere la gestione della parte più sistemistica, come si può fare? Google Cloud Platform (GCP) arriva in nostro aiuto con il servizio Cloud Run lanciato nel 2019.

Container scalabili e sicuri con Google Cloud Run

Da tempo tra le piattaforme cloud migliori insieme ad Amazon AWS e Microsoft Azure, con Cloud Run GCP ha fatto un ulteriore passo avanti verso la semplificazione dei processi e dei risultati e la riduzione del time-to-market. Ecco un’overview introduttiva del servizio:

Con Cloud Run lo sviluppatore può concentrarsi esclusivamente sulla realizzazione del progetto e sulla distribuzione come immagine Docker… tutto il resto lo fa Cloud Run! Pensiamo allo sviluppo di una comune applicazione web usata per renderizzare contenuti HTML o erogare API attraverso Rest/JSon o GraphQL: Cloud Run ci permette di inserire l’app in un’immagine docker ed eseguirla in modo semplice e veloce. Prima della diffusione di questo servizio, per raggiungere i medesimi standard qualitativi il progetto richiedeva molto più tempo e risorse.

I vantaggi di Google Cloud Run

Tra le più importanti caratteristiche di Google Cloud Run segnaliamo:

  • La scalabilità. L’adeguamento del numero di istanze della nostra app al numero di utilizzatori del servizio è automatico; si inizia con zero istanze e si può crescere all’aumentare del numero di richieste ricevute fino a tornare a zero quando il nostro servizio non viene utilizzato;
  • La sicurezza attiva di default. Si possono creare esclusivamente endpoint HTTPS con TLS e in automatico vengono creati servizi protetti da OAuth 2.0 e JWT;
  • Le app devono essere di tipo stateless, ovvero sistemi che non memorizzano i dati o lo stato dell’applicazione;
  • Per archiviare dati persistenti o in memoria si può collegare Cloud Run a Cloud SQL o Redis.

Per la pubblicazione del container ci sono due strade possibili: manualmente dalla dashboard di GCP, oppure tramite devops sfruttando delle pipeline (noi usiamo GitLab) per fare il build e deploy a ogni PUSH inviato al repository GIT.

Per maggiori informazioni sulle funzionalità o caratteristiche del servizio consigliamo di partire da Google Cloud Run – documentazione.
Per informazioni sui container ed il loro utilizzi vai alla pagina dedicata ai Container di Google.

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