Hai provato ad avventurarti da solo nel complesso mondo degli automatismi e dell’integrazione tra app, ma con scarsi risultati? Hai investito tempo e risorse in Zapier e sei demoralizzato perché ancora non hai centrato l’obiettivo? Questo articolo è per te!

Workflow automation: perché non provarci?

Quotidianamente sviluppiamo automatismi e integrazioni personalizzate, e sappiamo quanto tutto ciò sia importante per semplificare i flussi di lavoro e arrivare a esiti molto più brillanti e stabili.

Consapevole di queste potenzialità, c’è chi ci prova da solo: nel panorama contemporaneo ci sono tante soluzioni valide per automatizzare i compiti di routine, anche a poco costo. Uno degli strumenti più conosciuti e apprezzati è senz’altro Zapier, tool d’automazione che attraverso gli Zap o flussi di lavoro permette di connettere tra loro diverse app (ad esempio WordPress e Facebook, Dropbox e Gmail…).  A oggi si contano oltre 1500 app supportate e i piani disponibili spaziano dal gratuito fino al più costoso Company che supera di poco i 500 euro / mese.

Perché tanto successo?

Automation e integration. Vantaggi (e limiti) di Zapier

Innanzitutto chiunque può utilizzare agevolmente Zapier perché non è necessaria alcuna esperienza di codifica.

uomo seduto alla scrivania che esulta davanti al computer

Uno strumento facile e rapido da usare che, come altri della categoria, favorisce – almeno negli intenti – il raggiungimento del principio di Pareto: il 20% del tempo impiegato porta a ottenere l’80% del risultato.

uomo arrabbiato con mani nei capelli Per chi sviluppa, l’analisi di tool simili è all’ordine del giorno, fino a scegliere la soluzione più idonea alle esigenze. Tuttavia è necessario prestare attenzione: farsi invogliare da risultati conseguiti velocemente nasconde ahimè poca flessibilità e alcune limitazioni. Per fare un paragone molto più immediato, sono tanti i portali che promettono di aiutarti a creare siti in poche ore o addirittura in pochi minuti; i frutti però sono quelli che sono, ovvero siti mediocri assai rigidi e poco in linea con le norme diffuse da Google.

Zapier ha lavorato duramente per cercare di essere il più flessibile possibile… ma cosa fare quando si è partiti su un progetto, si è investito del tempo e una volta arrivati in fondo ci si accorge di non essere riusciti a raggiungere gli effetti sperati?

Se il problema è nel connettore sorgente c’è una valida alternativa. Si tratta dell’uso dei Webhook personalizzati, che sfruttano le tanto famose chiamate REST/JSON per iniettare dati all’interno del workflow di Zapier. Con questa eventualità gli scenari cambiano notevolmente perché si possono estrarre, trasformare o convertire dati prima del loro invio al Webhook, e anche qualora le nostre esigenze dovessero evolvere riusciremo a mantenere il dominio e il controllo del flusso di lavoro.

Se il problema invece è nel connettore di destinazione…  forse è il caso di rivedere il progetto e valutare insieme a noi una valida alternativa. Per qualsiasi domanda siamo a tua disposizione.