Negli ultimi anni, l’integrazione tra applicazioni enterprise e intelligenza artificiale generativa è diventata una delle sfide più entusiasmanti per chi lavora nel mondo Java. Con la versione 2025 di Spring Boot e l’evoluzione dei modelli OpenAI GPT-5, è finalmente possibile creare soluzioni scalabili, sicure e perfettamente integrate nei flussi backend tradizionali.

In questa guida scopriamo come inserire un modello generativo di OpenAI all’interno di un progetto Spring Boot, passo dopo passo.

1. Preparare il progetto Spring Boot

Il primo passo consiste nel creare un nuovo progetto Spring Boot utilizzando Spring Initializr o il tuo IDE preferito.

Assicurati di includere le dipendenze:

  • spring-boot-starter-web per esporre le API REST;
  • spring-boot-starter-json per la gestione dei payload;
  • eventualmente spring-boot-starter-security per aggiungere autenticazione alle richieste verso l’AI.

Il progetto potrà essere avviato con Java 21, oggi pienamente supportato da Spring Boot 3.x.

Esempio di file pom.xml (estratto):

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2. Connettersi all’API di OpenAI GPT-5

Nel 2025 il modello GPT-5 è accessibile tramite le nuove API chat.completions, che semplificano la gestione dei prompt e delle risposte in formato JSON.

Per prima cosa, crea un servizio dedicato alla comunicazione con OpenAI.

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Questa classe semplifica la comunicazione con l’endpoint OpenAI, recuperando la risposta generata in base al prompt fornito.

sviluppatrice che lavora al computer

3. Creare un endpoint REST per l’AI

Una volta configurato il servizio, possiamo esporre un controller per interagire con il modello GPT-5 direttamente da un client web o da un’applicazione esterna.

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Ora l’applicazione può ricevere richieste POST verso /api/ai/generate e restituire una risposta generata da GPT-5.

4. Gestire la sicurezza e i costi

Integrare un modello generativo in un progetto enterprise richiede attenzione a due aspetti cruciali: sicurezza e costi di utilizzo.

È consigliabile:

  • Proteggere gli endpoint tramite OAuth2 o API Key interne;
  • Implementare un sistema di caching per risposte ripetute;
  • Monitorare le chiamate API e limitare la frequenza di richieste per utente.

Con l’aiuto di Spring Boot Actuator puoi inoltre osservare le metriche d’uso e impostare alert quando si supera un certo budget mensile.

5. Oltre il testo: immagini, codice e contenuti multimediali

Il modello GPT-5 non si limita alla generazione testuale. È in grado di proporre codice Java, generare JSON validi per configurazioni, oppure suggerire prompt per strumenti di disegno AI come DALL-E e Sora.

Spring Boot può fungere da orchestratore, gestendo più tipi di contenuto in modo centralizzato, con un flusso backend affidabile e integrabile con i sistemi esistenti.

Conclusione

Integrare l’intelligenza artificiale generativa nei progetti Spring Boot nel 2025 non è più un esperimento da laboratorio, ma una scelta strategica per ogni team che punta a innovazione e produttività.

L’unione tra la solidità dell’ecosistema Java e la potenza dei modelli GPT-5 apre a una nuova generazione di applicazioni intelligenti: chatbot aziendali, generatori di report automatici, assistenti di sviluppo e motori di raccomandazione.

Il segreto del successo è partire in piccolo, testare l’interazione tra AI e logica di business, e poi scalare con consapevolezza.

Il futuro del backend è già qui — e parla fluentemente il linguaggio dell’intelligenza generativa.

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